Milano, 13 dicembre 2025 – L’industria italiana dell’illuminazione ha chiuso il 2024 con un fatturato di poco superiore ai 3 miliardi di euro, segnando un calo del 7,4% rispetto al 2023. Nonostante il rallentamento, il settore rappresenta il secondo polo produttivo dell’Unione Europea dopo la Germania, con 1.219 imprese attive e 16.350 addetti. Per ogni euro di fatturato generato dai produttori, la filiera che comprende grossisti, dettaglio e installazione, attiva tra i 3 e i 5 euro aggiuntivi generando un valore a valle del settore dell’illuminazione in Italia misurabile dai 7,3 ai 12,9 miliardi €. Nei primi nove mesi del 2025 la produzione industriale del comparto ha registrato una flessione dell’8,4%, un andamento meno favorevole rispetto all’intera industria elettrotecnica (+0,4%) e a quella manifatturiera (-1,1%). Anche il fatturato in valore riflette questa debolezza: -5,5% per l’illuminazione, contro +1,2% dell’elettrotecnica e -1,6% del manifatturiero. È questa la fotografia scattata da ANIE nel report realizzato per ASSIL, che descrive lo scenario economico e congiunturale dell’industria italiana dell’illuminazione.
Segnali analoghi emergono sui mercati esteri. Nel 2024 l’Italia si conferma al 9° posto tra gli esportatori mondiali di illuminotecnica e al 2° nell’UE, con vendite estere vicine ai 2 miliardi di euro e un trend di lieve crescita nel lungo periodo. Tuttavia, il primo semestre 2025 registra una contrazione superiore al 7% causato principalmente dalla debolezza dei principali mercati europei di sbocco come Germania e Francia. L’UE continua ad assorbire oltre la metà dell’export italiano, mentre sul fronte import domina incontrastata l’Asia: la Cina, in particolare, è passata dal coprire oltre il 35% delle importazioni nel 2014 a più del 45% nel 2024, raggiungendo i 634 milioni di euro.
Secondo le stime di ExportPlanning, nel 2025 le esportazioni italiane di illuminotecnica dovrebbero ridursi di circa il 3% a valori correnti, lasciando intravedere un parziale recupero nella seconda metà dell’anno. Dal 2026 è atteso invece un ritorno alla crescita, con un progressivo rafforzamento dei ritmi di espansione, anticipando la ripresa della domanda mondiale del settore.
Considerando questo scenario ASSIL, l’associazione che conta circa 90 imprese associate (con un fatturato globale complessivo di circa 2,1 miliardi di euro) e oltre 6.300 addetti e che rappresenta le aziende produttrici di apparecchi, componenti elettrici per l’illuminazione e sorgenti luminose e LED, ha realizzato una survey per indagare presso le proprie aziende associate come affrontare questa congiuntura non troppo favorevole. “Le nostre imprese guardano ai prossimi tre anni con un atteggiamento di prudenza sul quadro economico generale, ma con un moderato ottimismo verso i mercati interno ed estero (oltre il 50% degli associati ritiene che l’export continui a rappresentare un pilastro per la crescita del settore)” – afferma Carlo Comandini, Presidente di ASSIL. “Da questa combinazione nasce un contesto in cui sfide e opportunità si intrecciano e delineano le traiettorie evolutive del settore”.
Sul fronte delle criticità, le aziende segnalano innanzitutto la crescente pressione sui prezzi e la preferenza del mercato per prodotti economici, soprattutto nel residenziale e nella GDO. La concorrenza internazionale nel segmento dei LED standard e dei prodotti a basso costo comprime i margini e mette in difficoltà i produttori che puntano su qualità, design e durata, elementi spesso non riconosciuti dal mercato nel loro valore lungo l’intero ciclo di vita. A ciò si aggiunge la sfida della digitalizzazione: un processo ritenuto indispensabile ma impegnativo, che richiede nuove competenze, investimenti continui in R&D e un’evoluzione tecnologica molto rapida, spesso difficile da sostenere.
Accanto alle sfide emergono anche opportunità concrete. “La digitalizzazione e lo smart lighting rappresentano i fronti più promettenti” – prosegue Comandini. “Cresce la domanda di sistemi intelligenti di controllo, soluzioni per l’efficienza energetica, building automation e applicazioni avanzate come l’illuminazione adattiva e l’Human Centric Lighting. Le imprese vedono in questo ambito non solo un vantaggio competitivo, ma un nuovo mercato da presidiare attraverso l’integrazione di hardware, software e servizi. Un’altra leva strategica è l’apertura a nuovi mercati internazionali. L’export continua a offrire prospettive di crescita, grazie alla domanda globale per prodotti di qualità e design italiani e alle opportunità nei mercati extra-UE ad alto potenziale, come Nord America, Medio Oriente e Far East. Per molte aziende, rafforzare la presenza estera attraverso partnership e reti commerciali è una condizione essenziale per sostenere lo sviluppo futuro”.
Le imprese, inoltre, chiedono regole europee più chiare e stabili per limitare l’incertezza, incentivi mirati all’innovazione e un sostegno concreto alla formazione. In questo scenario, l’illuminotecnica potrà crescere solo diventando più digitale, più internazionale, più allineata ai grandi driver della transizione energetica e più capace di comunicare il valore dell’illuminazione di qualità.

