Dal “sentito dire” al dato oggettivo. Uno dei problemi storici della filiera elettrica è che spesso le decisioni di assortimento si basano su percezioni, pressioni commerciali o esperienze locali. Ma i buyer della distribuzione hanno bisogno di dati concreti: numeri su quanti installatori chiedono un prodotto, quante richieste sono state generate, quali eventi hanno prodotto più lead.
Shelly ha tradotto questo bisogno in uno strumento operativo: dashboard KPI dedicate, pensate per monitorare in tempo reale la domanda e presentarla ai distributori come prova oggettiva.
Cosa contiene la dashboard KPI
La dashboard di Shelly mette insieme tutti i dati critici:
- Lead generati da campagne, eventi, automazioni digitali.
- MQL → SQL: la percentuale di contatti qualificati che diventano richieste concrete.
- Eventi attivati (es. incontri territoriali, training, presentazioni in filiale).
- Feedback raccolti dagli installatori (esigenze, obiezioni superate, interesse sui modelli).
- Richieste prodotto arrivate in filiale o direttamente agli agenti.
Questo significa che il buyer distributore non deve “fidarsi sulla parola”: può vedere con i propri occhi l’evidenza numerica della domanda.
Perché i KPI fanno la differenza
- Credibilità: i buyer sono bombardati da proposte di nuovi prodotti. Ma pochi brand portano numeri a supporto delle proprie richieste di scaffale.
- Velocità decisionale: quando il dato è disponibile in tempo reale, le decisioni diventano più rapide e meno soggettive.
- Allineamento: i KPI creano un linguaggio comune tra brand, agenzie, buyer e distributori.
Shelly: trasparenza come leva di fiducia
Shelly non porta solo prodotti, ma un metodo. Ogni azione – dal Caffè in Cantiere agli articoli su Filierapiù, dalle campagne digitali ai training – viene tracciata e caricata sulla dashboard.
Il risultato è che il distributore riceve non solo un catalogo, ma una pipeline attiva di domanda con indicatori chiari: quanti installatori sono già coinvolti, quante richieste sono arrivate, quale trend si sta consolidando.
Un caso concreto
In un’area pilota, dopo 6 settimane di attività coordinate (eventi, follow-up digitale, articoli dedicati), la dashboard Shelly mostrava:
- 320 lead generati,
- 95 MQL validati,
- 28 SQL con richieste dirette di prodotto in filiale.
Questi numeri, presentati al buyer, hanno trasformato un “forse” in un “sì” concreto: Shelly è entrata in scaffale.
Nel mercato smart home non basta dire che la domanda cresce: bisogna dimostrarlo con i numeri.
Con le dashboard KPI di Shelly, i buyer hanno finalmente uno strumento che parla la loro lingua: dati chiari, aggiornati, tracciabili.
La differenza non è tra chi ha prodotti smart e chi no, ma tra chi porta prove di domanda reale e chi porta solo promesse.
